Monday, July 14, 2008

Grazie amici miei


Voglio ringraziare tutti quelli che tra ieri e oggi mi hanno ricoperto di affetto e attenzioni. Vi ripago con i versi di un artista-poeta che scrisse questa canzone in nome di bambini persi nel vento dell'odio, mi da il brivido gelato continuo che ho provato in questi 3 giorni per motivi del tutto diversi.
Un abbraccio a tutti voi e un ciao a Fabrizio dovunque egli sia

Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio di un temporale


c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek


I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì



a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek


Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio e nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse



ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek



Quando il sole alzò la testa oltre le spalle della notte
c'eran solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare



la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek


Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni figlio di un temporale



ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek

Tuesday, July 01, 2008

The Prisoner

Una delle serie che più delle altre non è stata scevra di ricadute nel mondo cinematografico è stata sicuramente "The Prisoner". La progenitrice diretta di "The Truman show" e di "The Matrix". Ne ricordo le atmosfere allucinanti e dirompenti. Gli oggetti, le persone , le situazioni che calavano il malcapitato in una dimensione irreale , a tratti onirica. Sogno indotto dalle tecniche e dalla chimica che in massa fà il suo ingresso nelle conoscenze del pubblico televisivo in merito al bagaglio di metodi in uso nei servizi segreti ( Un filone di cui il primo sasso era stato rappresentato dal notevole film "Ipcress" con Michael Caine) . La ricerca dell'individuo di difendersi dal condizionamento mentale e psicologico che veniva metodicamente imposto in un villaggio controllato , una specie di prigione -Eden senza sbarre in cui il protagonista si trovava. Protagonista che era un ex agente segreto coll'assurda pretesa di allontanarsi dal mondo di cui aveva fatto parte fino al giorno prima. Scopo del villaggio rieducare mentalmente l'ex agente in modo da annullarne la potenziale minaccia per l'organizzazione. Certo che proporre una serie di questo genere al tempo dell'apoteosi di James Bond non era semplice. Eppure ebbe successo , specialmente nel mondo anglosassone, meno in quello mediterraneo. Mi ricordo che gli amici o non ne conoscevano l'esistenza o la ritenevano noiosa. Come spesso mi succedeva (e per fortuna mi succede ancora) me ne appassionai. Per me era rivedere un moderno Sisifo che si batte per cercare di liberare la propria umanità e la propria intelligenza dal peso di una societa che lo vorrebbe incasellato in un determinato ruolo. Al contrario del mito greco , il nostro eroe, alla fine, riesce a fuggire dal villaggio-prigione e solo il telespettatore scopre che in realtà anche la riguadagnata libertà e indipendenza è stata guidata opportunamente. La più grande paura inglese, quella che l'indipendenza del cervello individuale, sia una effimera chimera, trova qui una delle rappresentazioni popolari piu efficaci. Tutto in barba ai tempi televisivi cosi profondamente diversi dalle banali proposte televisive attuali. Nota a margine, ho guidato la Lotus che l'attore usa per la sua fuga, un oggettino molto interessante!

Incroci della vita



Me la ricordo Odette, quando mi faceva giocare in via Gregoriana, mi ricordo lo stupore che provavo nel vederla di persona e rivederla nella scatola magica.
Gia la scatola magica che mi riproponeva personaggi che avevo visto e toccato in tre dimensioni da bambino un po tanto discolo. Me la ricordo Odette, o meglio Delia, una donna incantevole che portava il sole con se. Non l'ho mai vista accigliata, sempre allegra, vivace, brillante. Me la ricordo Delia correre incontro alla vita , intensamente come ogni attimo della sua esistenza. Mi ricordo il suo profumo , i cerchi perfetti che generava nell'aria muovendosi. L'incanto della sua grazia. Mi ricordo del fruscio delle larghe gonne a campana che indossava. Mi promisi che la mia ragazza le sarebbe somigliata, forse non nei colori , ma nella dolcezza, nella voglia di vivere, nella bonta e disponibilità. Rappresentava la tipologia di ragazza che avrei potuto incontrare , anche sui banchi di scuola e sarebbe stata la compagna dei miei primi turbamenti sentimental-erotici. Mentre Alida era la Dea inarrivabile, Delia era la concreta possibilità. Me la ricordo Delia, la stupenda donna di nome Delia. Grazie per essere nei miei pensieri e portarmi un sorriso che rende anche piu belli questi giorni che approssimano il sole.

Friday, April 13, 2007

second half




Io vado forse ancora un po' a occidente, filosoficamente, a oriente geograficamente, i piani sono molto vaghi complessivamente e sentimentalmente. Ma cosa importa a questa natura avulsa da me? Tanto questo blog pare molto piu' divertente quando non ci sono io. Per il resto: il sole picchia, ma piu' che i piaceri della carne mi do' a quelli della scienza. La locanda sull'oceano e', come si dice o come diceva Borges, dignitosa. Le nostre vacanze sono sempre odissee nella dignita'. Ma forse sarebbe meglio fossero sempre e solo vacanze in noi stessi. Avete fatto caso a come il momento prima di partire è sempre bellissimo? Eppure quanto dura il suo ricordo? Cosa ci aspettiamo sia tra un mese o forse due? Sicuramente piu importante e prolifico dell'intera vacanza , sembrerebbe dire l'esperienza, a meno che qualcosa di nuovo e soprattutto inatteso squassi e invada la nostra routine sensibilistica e congetturante. Ma forse vogliamo proprio questo e immettiamo tutti i germi che possano portare a un evento imprevisto, le persone giuste in un luogo fuori dal tempo, una natura selvaggia che ci faccia finalmente eruttare il meglio di noi...

Sunday, March 25, 2007

in neve


Nuda e feroce terra di biacca
ora sboccia fiorita,
solitaria di edelweiss,
ombrosa di fedi antiche.

Riecheggia il vero salmo
tenue di odierni sipari
cuore, di vipera sulle labbra
sentiero di parola trepidante.

Dorme e si smorza il ballo
il suono sonda i corpi
sopra sterili cammelli di neve.
Lontano dalla bufera osservo il gioiello.
Torna la pace nel mio cielo;
tutelo colle braccia dell'anima gli aromi
da spargere a fiumi in su questa solitudine,
la tua ombra ne è testimone muta .

Saturday, November 18, 2006

Abbracci nella nebbia del tempo

Elaboro il tuo passaggio come chi cronometra il sogno colla faccia delle vittorie utili.
Gesti precisi e forti e quadrati e duri presento alle casse della mia coscienza.
Ti registro tragicamente nella mia memoria.....

Abbracci nella nebbia del tempo

Elaboro il tuo passaggio come chi cronometra il sogno colla faccia delle vittorie utili.
Gesti precisi e forti e quadrati e duri presento alle casse della mia coscienza.
Ti registro tragicamente nella mia memoria!
Ti amo, come legno pieno dei profumi di te, i sensi humble inizialmente gettano il seme completo nell'aria,
verso la luce,
di modo che vivo a questo vibrato di alberi che mi ricorda di te...
Come i ricercatori dei metalli incredibili, in pianure congelate, stringo bruscamente, nel mio vizio immenso una tua immagine.
Colla lampada fra i denti, sotto uno sforzo oscuro e solitario, immagino di vederti nell'angolo della camera.
Mi contento di scrivere di te con inchiostro d'oro che perfora il dolore e la nebbia dei ricordi e mi restituisce una parvenza di te.
Rulli neri tengo nel mio cuore, potente e ferito.
Questo lavoro selvaggio, duro, austero, stringe in nodi e rivetta le sensazioni che provammo, quello che vivemmo .
Restituisce la tonalità e la chiarezza.
Questi abbracci sempre brucianti e queste mani che non si stancano mai di averti mia.
Questi abbracci, queste mani che sono collegati a te per sempre attraverso gli spazi incorporei...
Amore mio ,donna che mi sorrise sempre, dove sei?

Notturno secante

ho vestito i panni della notte
scorrevano sulla coscienza
occhi bruni secanti
ottengo l'oro della cayenna
mentre sfinisco l'orso sacro
rimarra un rivolo
continuera il percorso
e l'onda che è stata
paventera la trifora sulla mia fronte

un sabato in meno....

Un solo grazie all'amata aurora,
di rosso scivola via, fonte viva!

copre, Amore beffardo, l'Impronte sue!
Fiori muti e caduchi mi abbracciano,

la corona dei miei sogni, mi accompagna
donando oro a un cuore ottenebrato...

Friday, December 23, 2005

Cittadino della coscienza (seconda parte di un...racconto?)
...Già un nuovo sentiero…Ora non scatenate l‘immaginazione, desidero rivelarlo passo passo. Ora non sono piu quella persona un po’ timorosa del futuro. Anzi sono un po’ irritato quando pongo gli occhi su tutto questo che mi ricorda il tempo perduto allora , nel pensare a darmi la misura per chiedermi che sono ho perso tempi preziosi. Mi dicono che lo stesso clima di Roma sia foriero di allontanamenti dal proprio cammino, ma non posso prenderlo a scusa, ero proprio io che avevo bisogno di costruire prima dentro di me una identità forte prima di riscattarmi a me stesso e al mondo esterno. Per me e con i miei piccoli mezzi è stato costoso questo processo, a volte fino all’annichilimento interiore , per scoprire una forma nuova , una farfalla che abbandonasse definitivamente il bruco che ero. E’ necessario dire una cosa, un po’ avulsa dal contesto, avete notato cosa è di maggior piacere per una persona? Parlare di se sicuramente. Ma in questo caso io andrò proprio in questa direzione, un po’ egocentrica, anzi un bel po’, perche con questo processo alle intenzioni di allora e realizzazioni odierne farò il processo anche alle sconfitte e agli ostacoli che hanno reso così difficile il cammino. Allora era molto piu facile adattarsi ad essere una nullità, molto piu comodo, magari trovandosi un cantuccio per un passatempo sconosciuto, un libro mal letto e continuando a non rendersi manifesto al mondo. Una vita da persona relegata a marcire intellettualmente in una cantina, cosa di meglio di una vecchia cantina buia per individuare lo stato dell’animo di quei giorni. Ma per fortuna esisteva una piccola arma , disprezzata dai piu, che permetteva di sganciarsi da questo stato di abbrutimento incipiente. Un libro sì, ma un buon libro letto bene , io lo trovai il mio libro grimaldello. Quello che mi rese ai miei stessi occhi un essere raziocinante e indipendente intellettualmente da chi mi aveva preceduto. Certo che essere salvato da un libretto che a malapena è piu grande del mio palmo aperto è buffo. Non riesco a leggerne il titolo tanto è consunto. In fin dei conti chi penserebbe che una raccolta di cosi pochi fogli abbia un potere così grande? Addirittura quello di salvare la vita di un uomo? Per i bisogni giornalieri dell'uomo, sarebbe dovuta bastare la coscienza umana ordinaria, cioè, metà o un quarto del totale di quella che avrebbe un uomo che si risvegliasse da 7 anni di come, mese in piu mese in meno. Fu così che a 7 anni mi risvegliai dal mio torpore appena alzati gli occhi da quell’oggetto magico il cui autore era fissuto millenni prima. Ma cosa accade all’infelice, particolarmente uno che ha la sfortuna-fortuna mortale di abitare a Roma, la città più teorica e più intenzionale del complesso del globo terracqueo? (ci sono città intenzionali ed involontarie non dimentichiamolo , come New York in cui tutto sembra accadere per caso) Scommetto che a questo punto pensate che io sia a scrivere tutto questo per affettazione? Ma forse dovrete aspettare ancora un bit …..perche le cose potrebbero essere molto diverse…

Monday, December 05, 2005

Cittadino della coscienza (prima parte di un racconto)
Mi sono ritrovato mille volte a pensare a come queste rotaie e questo asfalto abbiano influito sul mio carattere. Ma sapete che cosa era il punto principale del mio sospetto? Perchè, il punto vero, il cardine reale di esso risiedeva nel fatto che continuamente, anche nel momento della sofferenza più acuta, ero interiormente cosciente ,con sicurezza, che non ero soltanto uno sconosciuto per ciò che mi circondava ma neppure una promessa d'uomo. Tutti i miei problemi,probabilmente non mi avrebbero mai portato ad affermare i miei progetti , le mie idee. Eccomi allora lì , su quel trenino un pò sporco , stavo spaventando semplicemente i fantasmi di uomo, coloro che avevano rinunciato a tutto e si lasciavano vivere a caso e stavo divaricandomi da questi. Fisso ora questi ricordi mentre mi dò una tazza di tè con lo zucchero ,ma forse dovrei essere calmato da un livello superiore di coscienza che non ho al momento. Potrei persino essere toccato da una grazia perticolare, per macinare in seguito i miei pensieri negativi e trovarmi sveglio alla notte con la coscienza di mesi fruttuosi. Qual era il mio senso dei giorni allora, me lo chiedo. Stavo trovando qualcosa di me nel pavimento di quel trenino. Stavo trovando il rispetto . Stavo divertendomi semplicemente con gli istanti e con l'ufficiale realtà che mi scorreva dai finestrini opachi , gettare un ponte colla altrui coscienza o meglio con una coscienza generale che mediasse gli estremi degli individui presenti in quel vagone. Potrei non diventare mai padrone di me stesso pensavo. Ero cosciente ogni momento in me di molti, e molti elementi avversi a quella realizzazione personale. Sciamavano in me, questi elementi opposti. Ho osservato anche in seguito questo sciamare , che ancora mi accompagna ora ma ad altri livelli. Non lascerei, non li lascerei, espressamente non lascerei fuori di me la possibilità di confrontarmi costantemente con tutta questa schiera di trappole in fieri. Ma allora mi tormentavano, non ero armato sufficentemente per dominare il loro impeto. Guidavano così a convulsioni e talvolta mi paralizzavano. Ora, non immaginate che stia esprimendo il rimorso per qualcosa. Sono sicuro che state immaginando quello... Tuttavia, vi assicuro che non mi preoccupo se siete....convinti di osservare una cronaca di sconfitta imminente. Era soltanto che non potevo immaginare di diventare realmente autore di me stesso, ma ero assalito dal terrore di vedermi dopo anni nella posizione di colui che non ha saputo transformarsi in qualche cosa; nè brillante nè autorevole magari, nè farabutto nè onesto, nè un eroe nè un vigliacco. Un abitante magari della terra di nessuno, del limbo sospeso di coloro che mai erano arrivati, qualsiasi fosse la meta del loro cammino. Ora, sto vivendo verso l'esterno la mia vita, nel mio angolo di paradiso, mi rendo allora conto come sia inutile credere che un uomo intelligente non possa diventare seriamente qualsiasi cosa ed è soltanto lo sciocco che diventa qualche specifica cosa. Sì, un uomo deve essere preminentemente una creatura senza carattere oggi; un uomo dal carattere, un uomo attivo è preminentemente una creatura limitata, dalla società stessa che lo circonda e che in fin dei conti lo vede come un pericolo. Mentre il primo riuscirà a divenire una cosa, il secondo rimarra senza limiti nella realizzazione delle sue idee, se non quelle che vengono concesse dal suo intorno di personaggi dotati di qualche potere di controllo,essi che tenderanno a creare un argine alla sua sete di conquista intellettuale. Una persona che si agita troppo è pericolosa no? Questa è la mia convinzione dei quaranta anni. Ora ho quaranta anni e sapete che quaranta anni è un corso della vita intero; sapete che è una età estrema . Ecco allora che si approssima una porta che mi porterà a un nuovo ciclo.....